Venerdì 8 novembre, primo incontro del corso di Storia dell’Arte del ‘900
Francesco Guzzetti parla su
Boccioni 1911. Stati d’animo in due tempi. Le due versioni del trittico, e il dilemma futurista tra soggetto e stile, tra Ottocento e avanguardia
Abstract. Le avanguardie storiche rappresentano l’avvio del ‘900. Ma quanto radicale la rottura con il passato recente in questi movimenti? A che grado di consapevolezza erano giunti in sede non solo teoria, ma di prassi artistica? Il Futurismo è un buon osservatorio per rispondere a queste domande, e il caso di Umberto Boccioni in particolare. Nel 1911, due anni dopo il Manifesto fondativo, l’artista realizza, nell’arco di pochi mesi, due versioni della stessa opera: il trittico degli Stati d’Animo. Analizzando il contesto e l’evoluzione stilistica di queste opere, si proverà a delineare meglio alcuni tratti distintivi di questa e di molte altre esperienze di inizio secolo: il complesso rapporto ereditario con l’Ottocento, la ricerca affannosa di una spinta al moderno, i tentativi talora arditi di soluzione di una frattura sempre più forte tra rivendicazioni stilistiche e continuo ritorno al contenuto.