Un nuovo appuntamento sul paesaggio nell’arte contemporanea
Venerdì 20 marzo alle ore 17.30, il Corso di Storia dell’Arte del ‘900 prosegue con Alessandra Dini che parla di
Persistenza di un genere figurativo: ben oltre il vedutismo.
Abstract. Il paesaggio entra nella storia dell’arte con la pittura e si afferma come genere autonomo tra Seicento e Settecento quando muta il suo ruolo all’interno della composizione: da sfondo del quadro diviene soggetto di primo piano, relegando perciò la figura umana ad una posizione marginale. Le vedute di paesaggio cercano una mimesi fedele con lo spazio rappresentato eppure l’atto stesso di inquadrare una porzione del reale implica l’adozione di un punto di vista soggettivo, quello dell’autore, che non lascia spazio all’obiettività. La neutralità dello sguardo umano è solo presunta. Il paesaggio esiste solo nell’occhio di colui che contempla il suo intorno trasferendo su di esso i propri parametri culturali. Per questo la nozione di paesaggio è profondamente mutata nel corso dei secoli senza trovare una definizione né stabile né esaustiva. Con quale sensibilità e quali motivazioni gli artisti guardano oggi l’ambiente che ci circonda? Procedendo per exempla cercheremo di tracciare alcune possibili traiettorie di questo tema nella pratica artistica contemporanea, ponendo particolare attenzione alla produzione degli ultimi venti anni.