Villa Trossi
La Villa fu costruita, su progetto dell’ing. Giorgio Gori, tra il 1886 e l’88-’89 da Louise Coventry, marchesa Santasilia, sui terreni ceduti nel 1885 da Dario e Marietta Cassuto Disegni; loro padre Salomone, li aveva acquistati nel 1870 dalla Società dei Casini e dei Bagni di mare di Ardenza. Il terreno fu poi ampliato con altri due appezzamenti venduti da Paolo Michon.
Louise Coventry, suo marito, marchese Vincenzo Santasilia e il figlio Carlo si trasferirono da Napoli a Livorno il 20 aprile 1886 quando la Villa era in costruzione e poi la abitarono sino ai primi decenni del ‘900.
La proprietà, che il figlio Carlo ereditò alla morte della madre nel 1902, fu da lui ceduta nel 1918 al conte Carlo Trossi.
L’acquisto dell’immobile da parte del conte Trossi s’inserisce verosimilmente in quella stagione di crescente mondanità estiva riconosciuta nella Livorno tra fine Ottocento e primi Novecento, favorita da una valorizzazione urbanistica residenziale del lungomare livornese, che dette luogo alla costruzione di ville e villette di prestigio tra i nuclei di Ardenza e Antignano.
La residenza livornese dei Trossi si collega appunto all’attrazione che la collina di Montenero e il lungomare di Ardenza esercitavano già dal ‘700 su molte famiglie facoltose, anche straniere, già radicate a Livorno, attratte dalla mitezza del clima o affascinate dalla stagione estiva della città, considerata in Italia e in Europa tra le più ambite mete del turismo balneare.
La Villa Trossi, al centro di un rigoglioso parco di lecci, palme e oleandri, è eretta in tre piani su pianta quadrata, divisi in ampie sale, alcune arricchite da attraenti elementi di decoro. L’edificio culmina in un torrino con vista panoramica a 360°.
Nello spazio antistante alla facciata principale, un’elegante fontana con fondo a mosaico decorato da figure di delfini, è ornata da un gruppo faunesco in bronzo, opera dello scultore Valmore Gemignani (Carrara 1878-Firenze 1958); altre sculture in bronzo o marmo di epoche diverse sono collocate in varie zone del parco.
All’interno dell’edificio sono conservate pregevoli tele, tra le quali tre grandi ritratti di Corinna Trossi, del marito Dino Uberti e di sua madre, opera di Vittorio Cavalleri (Torino 1860-1938) e vari altri dipinti e sculture, alcuni eseguiti dallo stesso Dino Uberti.
A Villa Trossi si conserva anche una bella scultura in marmo di Angiolo Vannetti (Livorno 1881-Firenze 1962). L’opera rappresenta un nudo di giovane donna fumatrice d’oppio, finemente modellato e ascrivibile agli Anni Venti dopo il soggiorno del Vannetti in Giappone e in Estremo Oriente.
Al piano terra, una sala conserva l’originale volta a carrozza decorata a grottesche, mentre al primo piano, incassata sul soffitto della sala centrale, una grande tela di Giulio Aristide Sartorio (Roma 1860-1932), raffigura un gruppo aereo di putti.
Villa Trossi è oggi sede della Fondazione d’Arte Trossi-Uberti e vi si svolgono i corsi d’arte e gli eventi culturali che la Fondazione nel corso dell’anno promuove.
Fonti:
Villa Trossi Uberti tra arte, cultura e storia, a cura di Laura Giuliano e Daniela Vianelli, Livorno 1998
Gianfranco Magonzi, Villa Trossi e la Fondazione Trossi-Uberti, in “CN – Comune Notizie. Rivista del Comune di Livorno”, n. 88 n.s., ottobre-dicembre 2014, pp. 65-72
Anna Ventimiglia, Villa Trossi già Santasilia-Coventry: intrecci familiari nella storia di una villa, Tesi di Laurea triennale in Storia dell’Architettura, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, discussa nell’aprile del 2015, relatrice prof.ssa Denise Ulivieri