4 luglio. Cantando sotto la pioggia (USA 1952)


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Diretto da Stanley Donen e Gene Kelly, Singin’ in the Rain usciva nei cinema americani nel 1952 e l’anno dopo nelle sale italiane. A distanza di 70 anni Cantando sotto la pioggia è un cult del musical americano e un capolavoro assoluto che unisce generazioni intorno a diversificati piani di lettura. La pellicola con il suo sgargiante Technicolor, le coreografie irresistibili e le canzoni coinvolgenti altro non è che una dichiarazione d’amore alla fabbrica dei sogni hollywoodiana ma, allo stesso tempo, è una critica alle ipocrisie di quello stesso sistema che intende omaggiare.

Cantando sotto la pioggia è la prima delle quattro proiezioni nel programma di “Estate a Villa Trossi” a cura del Circolo del cinema Kinoglaz.

“Perché Gene Kelly e Stanley Donen non hanno solo realizzato una pietra miliare del genere (con una sequenza che tutti hanno visto almeno una volta) ma hanno anche saputo operare una riflessione sulla settima arte nel momento in cui si trova davanti mutamenti epocali. Il passaggio dal muto al sonoro è stato uno di quelli che maggiormente ha segnato il futuro del grande schermo. Ecco allora che un film in cui il suono e la musica vengono utilizzati al massimo del loro potenziale ci ricorda quanto siano complesse le fasi di passaggio.

Per chi, ancora oggi, vede il film, tutto sembra assolutamente naturale perché Kelly e tutti coloro che lo circondano sanno nascondere la fatica della preparazione necessaria e delle prove con grande levità. Se dobbiamo credere a Debbie Reynolds ed al suo volto angelico dobbiamo prendere atto che, come lei stessa dichiarò: “Cantando sotto la pioggia e il parto sono le cose più dure che ho fatto nella mia vita”. Tanto sforzo per un film perfetto.

Forse ne è valsa la pena perché qui siamo di fronte ad un musical che parla del cinema e lo fa non solo con leggerezza ma anche con grande ironia sin dai primi minuti. A partire da una sceneggiatura che sembra avere impressa a lettere di fuoco in ogni pagina la parola ‘ritmo’, si affrontano i temi che da sempre interessano, in modi diversi, il pubblico e la critica. Come affrontare un linguaggio del quale si scoprono nuove potenzialità del tutto inattese fino a poco prima? Come giocare (il ‘to play’ britannico) mantenendosi in equilibrio perfetto tra rappresentazione ‘realistica’ e finzione dichiarata (si veda in proposito la lunga sequenza della Broadway Melody)?”

(Recensione di Giancarlo Zappoli da mymovie.it)

Ingresso Euro 7 – Posto Unico
Inizio concerto ore 21,30

Prenotazioni anche WhatsApp 338 5081221